Le dottrine
LE TRASFUSIONI DI SANGUE
Prima parte
Perché i testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue? Cosa ha spinto i responsabili di questa organizzazione, a un certo punto della loro storia, ad assumere una posizione riguardo alla pratica dell'emotrasfusione che non ha precedenti nella storia di nessun'altra organizzazione religiosa? Come mai vi sono stati significativi cambiamenti per quanto riguarda le altre due pratiche mediche prima vietate ed ora permesse (vaccinazioni e trapianti) mentre per questa il tabù è rimasto, sebbene con alcuni "ammorbidimenti?" Possiamo pensare che ormai la loro resistenza a cambiare atteggiamento sia dovuta a motivi d'ordine "politico", e ad una consolidata tradizione più che a ragioni strettamente dottrinali?
A questi e ad altri interrogativi cercheremo di dare una risposta basandoci su fatti, documenti e testimonianze che costituiranno la traccia di questo nostro lavoro.
Il punto di vista di Russell sulla questione del sangue
La nostra storia, che vuol essere una ricostruzione storica del cammino seguìto dall'organizzazione dei testimoni di Geova per arrivare alla proibizione formale del 1945 (Torre di Guardia del 1° luglio, citata nell'Annuario del 1976, pagina 223), non può non cominciare se non dalla prima menzione del Concilio di Gerusalemme fatta da C.T. Russell, fondatore e primo presidente della Società Torre di Guardia, nella Torre di Guardia di Sion del 15 aprile 1909, pagina 4374 dei Reprints:
"Un pensiero simile è valido anche per quanto riguarda la proibizione dell'uso del sangue. Ai Giudei esso era proibito, e sotto il suo patto fu reso simbolo della vita: prenderne comportava responsabilità per la vita tolta. Inoltre, nelle tipiche cerimonie della Legge il sangue proibito era usato come simbolo rappresentando l'offerta per il peccato; poiché mediante il sangue si effettuava l'espiazione dei peccati. Per mettere in risalto queste lezioni tipiche, ai Giudei era stato proibito l'uso del sangue. E possono esserci altre ragioni, ragioni sanitarie, in relazione con la cosa, che non ci sono ancora note [1].Tale divieto non riguardò mai i Gentili, perché essi non erano mai stati sotto il Patto della Legge; ma esso era così profondamente radicato nella mentalità giudaica che per la pace della chiesa fu necessario che anche i Gentili vi si conformassero. Le cose soffocate erano gli animali catturati con le trappole, il cui sangue non era stato versato o scolato mediante dissanguamento, com'era richiesto dalla Legge Mosaica per tutti i tipi di carne usati nell'alimentazione. Questa restrizione si rese necessaria per mantenere l'armonia fra i due rami dell'Israele spirituale, quello proveniente dal giudaismo e quello proveniente dal gentilesimo". (corsivo mio)
Quanto sopra mostra chiaramente che il punto di vista di Russell sulla questione era pienamente in armonia con l'opinione della maggioranza degli studiosi sul significato delle proibizioni del Concilio di Gerusalemme, e cioè che si trattava di un divieto avente lo scopo esclusivo di mantenere la pace fra i giudaizzanti e gli ellenisti. Il trascorrere degli anni ed il cambio della presidenza della Società non apportò alcun cambiamento significativo a questa veduta dell'organizzazione.
Sebbene oggi il Corpo Direttivo — la suprema istanza del gruppo — insegni che già ai tempi di Rutherford, secondo presidente dell’organizzazione, vi fosse qualche indizio di ciò, le cose non stanno proprio così. L'Annuario del 1976 dei testimoni di Geova, a pagina 222 contiene infatti questa dichiarazione: "La santità del sangue fu messa in risalto da La Torre di Guardia (inglese) del 15 dicembre 1927. Fra l'altro, il suo articolo "Una ragione per la vendetta di Dio" diceva: "Dio disse a Noè che ogni creatura doveva servirgli da cibo; ma che non doveva mangiare il sangue perché la vita è nel sangue".
Qui la citazione si arrestava, lasciando così nella mente del lettore l'idea che già nel 1927 vi fosse stato un cambiamento nell'atteggiamento dei Testimoni nei confronti del sangue. Ma, come spesso accade quando il Corpo Direttivo cita se stesso o altri, la citazione non è né completa né corretta. Lo stesso vale anche per il più recente libro pubblicato da questo gruppo, e intitolato I testimoni di Geova: proclamatori del Regno di Dio, che contiene numerose distorsioni storiche. Ma un'ulteriore lettura dell'articolo della Torre di Guardia del 15 dicembre 1927 chiarisce il pensiero di Rutherford. Egli, nell'8° paragrafo, a pagina 372, così si esprime:
"Senza dubbio le parole del versetto 6 che abbiamo citato in precedenza costituiscono una parte di quel patto, e stabiliscono la regola eterna secondo cui Dio è il Datore della vita e che nessun altro può impunemente togliere la vita eccetto che su mandato o con il permesso di Dio ai suoi servitori o esecutori. Successivamente, Dio diede i suoi statuti, che sono una precisa espressione della sua legge agli israeliti. In essi è espressamente dichiarata la sua norma: "Non uccidere".
Come si vede, egli non intese mai che la legge data prima a Noè e poi a Mosè avesse niente a che fare con la trasfusione di sangue o con l'uso del sangue in generale, ma, anche lui (una volta tanto, correttamente), aveva compreso che si trattava di una legge che aveva la sola ed esclusiva funzione di inculcare nella mente degli Israeliti l'assoluto abominio nei confronti della soppressione della vita umana e dello spargimento cruento di sangue.
Anche la lettura della Torre di Guardia del 1° dicembre 1944 (gennaio 1946 in italiano) citata nell'Annuario del 1976 e nel libro Proclamatori, costituisce lo spunto per un'interessante riflessione. Essa dice, al paragrafo 32 di pagina 362: "Non solo come discendente di Noè, ma ora anche come uno tenuto a osservare la legge che Dio diede a Israele che incorporava il patto eterno riguardante la santità del sangue ed il suo potere di sostenere la vita, allo straniero era proibito mangiare o bere sangue, sia mediante trasfusione che per bocca. (Gen. 9:4; Lev. 17:10-14)".
Il lettore che volesse approfondire l'esame dell'argomento presentato troverebbe che quanto asserito con tanta sicumera dalla rivista del 1944 non solo non corrisponde alla lettera del testo biblico, ma nemmeno allo spirito della legislazione mosaica. Infatti, né Genesi capitolo 9, né Levitico capitolo 17 contengono un riferimento che possa in alcun modo far comprendere che allo straniero dimorante in Israele fosse proibito "mangiare sangue ... mediante trasfusione". La Bibbia non lo dice e la parola ‘trasfusione’ è proprio fuori luogo in quel contesto. La stessa Società Torre di Guardia ammette che "Gli esperimenti in tal senso [le trasfusioni di sangue] cominciarono verso l'inizio del XVI secolo"[2]. È chiaro che Nathan H. Knorr volle che il termine fosse incluso nell'articolo che trattava l'argomento per dare allo stesso un maggiore sostegno scritturale, anche se le Scritture tacevano assolutamente al riguardo.
Inizia il problema delle trasfusioni
È nel 1932 che troviamo il primo riferimento al divieto di assumere sangue come cibo, ed è la rivista The Golden Age del 6 luglio 1932 che ne parla:
Secondo la sua legge l’uomo poteva mangiare la carne degli animali, degli uccelli e dei pesci, ma non doveva mangiare il sangue. E ciò a motivo del fatto che nel sangue si trova il principio della vita. Qui, di nuovo, Dio impartisce una lezione sulla sacralità della vita. Poiché la vita è nel sangue, esso non può essere mangiato.Anni dopo, quando Dio diede la Sua legge a Israele, una parte d’essa, che troviamo nel Levitico cap. 17, versetti 13 e 14, stabiliva che: "In quanto a qualsiasi uomo ... il quale prende nella caccia una bestia selvaggia o un volatile che si può mangiare, ne deve versare in tal caso il sangue e lo deve coprire di polvere. Poiché l’anima d’ogni sorta di carne è il suo sangue mediante l’anima in esso ... Chiunque lo mangia sarà stroncato". Viene quindi comminata la pena di morte per chi mangiava il sangue, o l’essere stroncato dalla vita. Si vede così che Dio considerava questa trasgressione come un’offesa contro la Sua legge e contro la vita di tutte le Sue creature, tanto seria da meritare la pena di morte. (pagine 634-637)
Si arriva, quindi, al 1939, quando La Torre di Guardia del 15 febbraio di quell’anno menziona nuovamente l’argomento. A quel tempo era J.F. Rutherford personalmente che teneva la rubrica delle domande dai lettori, che si intitolava semplicemente "lettere". In essa, a pagina 62 egli risponde ad una richiesta il cui testo non viene riportato, ma che riguarda il fatto se sia appropriato che un cristiano possa mangiare carne di maiale. Ed ecco la risposta che a quel tempo fu data:
Lev. 22:3, 8, 9 ... specifica che una bestia che muoia di morte naturale o uccisa da un’altra non dovrebbe essere mangiata, per il chiaro motivo che il suo sangue non è stato versato. La ragione su cui si basa l’argomento è che la vita è nel sangue e che il sangue non dev’essere mangiato.
Mentre qui la Torre di Guardia ribadisce il fatto che un cristiano non dovrebbe "mangiare" sangue, è significativa l’omissione di qualunque riferimento alle trasfusioni, che pure a quel tempo erano già comunemente praticate, e che i Testimoni accettavano senza alcuna difficoltà. Di conseguenza, fino al 1939 la Società non riteneva che vi fosse alcun collegamento tra le Scritture appena citate e le trasfusioni di sangue.
Anzi, alla fine del 1940 essa esprime ufficialmente approvazione nei confronti delle trasfusioni di sangue. In un articolo apparso su Consolazione del 25 dicembre 1940, si narra di una donna che "si era ferita accidentalmente" e di un "medico che le diede un quarto del suo sangue per una trasfusione, ed oggi quella donna vive e sorride gioiosamente pensando a ciò che le è accaduto nei ventitré minuti più cruciali della sua esistenza". (pag. 19)
È soltanto nel 1943 che, troviamo la prima menzione diretta delle trasfusioni in una pubblicazione della Torre di Guardia. Precisamente sulla rivista Consolazione del 22 dicembre 1943, a pagina 23, ma in essa questa pratica medica è condannata solo in quanto posta in relazione all’immunizzazione, nell’ambito della campagna che a quel tempo la Società portava avanti contro le vaccinazioni. Ma è sulla Torre di Guardia del 1° dicembre 1944 che per la prima volta si parla della trasfusione di sangue nel contesto di questa pratica medica, come abbiamo in precedenza già detto.
Il successivo riferimento al sangue lo troviamo sulla Torre di Guardia [inglese] del 1° luglio 1945, alle pagine 198-201. Ad essa abbiamo fatto riferimento all’inizio di questa trattazione. In sostanza, l’articolo inizialmente si richiamava alla rivista del 15 dicembre 1927, e quindi passava a discutere della colpa del sangue. Successivamente veniva trattato l’argomento del mangiare il sangue, che è tutt’altra cosa, senza nulla che facesse da collegamento tra i due.
La Società qui cercava di dimostrare che il suo divieto contro il mangiare sangue non era nuovo, ma trovava il suo precedente nell’articolo sopra menzionato. A pagina 199, essa citava poi la Torre di Guardia del 15 febbraio 1939, concludendo che "alcuni lettori della Torre di Guardia hanno detto che tale proibizione contro il mangiare e bere sangue si applica solo ai Giudei vincolati all’osservanza del patto della legge mosaica, e non ai cristiani che sono sotto il Nuovo Patto".
Ma nei paragrafi successivi La Torre di Guardiapresentava in modo tortuoso una "nuova luce" tendente a dimostrare che, invece, la proibizione del "mangiare sangue" si applicava anche ai cristiani. Ed è questa la prima volta in cui, in modo chiaro la Società Torre di Guardia condanna l’ingestione di sangue, senza però ancora menzionare in modo esplicito la condanna delle trasfusioni. Benché, storicamente, sia questa la prima proibizione ufficiale delle trasfusioni di sangue, l’articolo non era molto chiaro. Tanto è vero che la stragrande maggioranza dei Testimoni non lo interpretò come una proibizione contro il sangue, e solo alcuni lo intesero in tal senso, pur non essendovi un’esplicito divieto.
La Società stessa non parlava di trasfusioni di sangue, ma, faceva invece riferimento ad una nota opera di consultazione, l’Encyclopedia Americana che trattava l’argomento delle trasfusioni di sangue. In effetti le trasfusioni di sangue non divennero un problema sino agli inizi degli anni cinquanta.
L’unico riferimento ad esse precedente a tale data nelle pubblicazioni della Società è contenuto nel paragrafo 25 della Torre di Guardia del 1945 più volte citata. Esso diceva che "La proibizione contro il mangiare o bere il sangue non si applica solo agli animali offerti in sacrificio sull’altare, ma a tutti gli animali idonei come cibo". Poiché i pesci, gli insetti, i rettili e così via sono tutti animali che hanno sangue (sebbene non necessariamente sangue rosso emoglobinico), ciò che qui dice la Torre di Guardia è chiaro: si deve scolare il sangue da tutti gli animali, inclusi anche i non mammiferi, prima di mangiarli. Per molti tipi di animali questo è molto difficile, se non impossibile, e per questo motivo questa interpretazione successivamente fu modificata.
Come abbiamo visto, l’affermazione di un divieto chiaro e assoluto sulle trasfusioni di sangue stentò molto ad affermarsi, richiedendo una laboriosa elaborazione durata alcuni decenni. Ma quando si arriva al 1948, ecco che sulla rivista Svegliatevi! del 22 ottobre la Società specificamente dichiara che le trasfusioni sono errate. L’articolo in questione era molto breve e diceva soltanto: "Secondo la legge di Dio, gli esseri umani non devono assumere nel loro sistema circolatorio il sangue di altri". Si citavano quindi Levitico 7:27 e Deuteronomio 12:25, e si concludeva dicendo:
"Oltre al pericolo di disobbedire alla legge di Dio, le trasfusioni comportano dei rischi".
Per trovare un altro riferimento alla proibizione del sangue si deve arrivare alla Torre di Guardia del 1951 [inglese] . Questa rivista costituisce, storicamente, il primo forte segnale della futura "guerra" che la Società Torre di Guardia avrebbe dichiarato alle trasfusioni di sangue. Il suo contenuto non è mai stato tradotto nell’edizione italiana, ed essa, nella rubrica dedicata alle "Domande dai lettori", motiva la sua discesa nell’agòne spiegando che:
Un recente caso giudiziario riguardante i testimoni di Geova e la loro posizione sulle trasfusioni di sangue, ha suscitato una vasta eco sulla stampa e fra la gente. Sono state poste molte domande. Le seguenti sono le più comuni e provengono da diverse località del paese.
Il caso in questione era quello del figlio di una coppia di Testimoni, Darrell e Rhoda LaBrenz, ai quali, con un’ordinanza del tribunale era stata sottratta la piccola Cheryl, affetta da incompatibilità Rh, per somministrarle una trasfusione. La rivista a quel tempo fu molto decisa nell’indicare che la norma stabilita in Genesi 9:4 valeva per il "sangue di ogni sorta di carne".
È quindi alla luce di quanto abbiamo visto che La Torre di Guardia del 1° febbraio 1973, poté quindi dire che, "La controversia del sangue cominciò a sorgere particolarmente dopo il 1937, quando fu stabilita a Chicago, nell'Illinois, U.S.A., la prima banca del sangue". Nel 1937 vi erano stati i prodromi, ma la piena realizzazione ebbe luogo solo 14 anni più tardi con Nathan Homer Knorr già terzo presidente della Società. Ed al riguardo circola l’ipotesi che il bando sulle trasfusioni non fosse altro che un tentativo di rafforzare e consolidare la sua amministrazione. Si disse infatti che questo nuovo intendimento fosse dovuto ad una rivelazione della volontà divina [3], anche se fu soltanto nel 1961 e cioè 15 anni più tardi [4], che si intrapresero iniziative giudiziarie per l'espulsione dei trasgressori.
Circa il fatto che questa nuova direttiva fosse il frutto di una "politica" organizzativa, l’ipotesi è di Anthony Wills (Bergman 1994). Infatti, quando Knorr divenne presidente, all’interno della Società vi erano diverse "anime". Alcuni non erano del tutto concordi con le posizioni ufficiali dell’organizzazione, altri avevano nostalgia della precedente amministrazione e osteggiavano Knorr, altri ancora erano d’accordo con le dottrine ufficiali della Società, ma non con la Società stessa.
Quando quest’ultima introdusse alcuni cambiamenti radicali, essi vennero a trovarsi in una posizione ancor più distante dall’organizzazione e con molta probabilità avrebbero costituito ben presto un fronte di dissidenza. Sia allora che oggi, la forza dell’organizzazione si basa sull’incrollabile lealtà che è dovuta alla Società Torre di Guardia. Introducendo uno spartiacque di rilevante importanza Knorr sarebbe stato in grado di dividere gli appartenenti all’organizzazione in due schieramenti: a favore o contro la Società.
Quelli che nutrivano dubbi si sarebbero ben presto trovati fuori e, di conseguenza, non avrebbero più causato problemi nel futuro. Knorr era difatti dell’opinione che era preferibile perdere anche il dieci per cento di membri "difficili" fonte di difficoltà e disordine all’interno del gruppo, e fors’anche di future defezioni, perché questo avrebbe, sì ridotto i ranghi, ma ne avrebbe migliorato la qualità e, soprattutto, la fedeltà. È significativo il fatto che quello della trasfusione non aveva mai rappresentato un problema rilevante sino alla presidenza di Knorr; è vero che esso affonda le sue radici al tempo di Rutherford, ma, come abbiamo visto, solo indirettamente.
Ma vi sono anche altre chiavi di lettura di questa nuova e rivoluzionaria scelta dell’organizzazione. Una di quelle che trova maggior credito, forse anche più della prima, è quella secondo la quale gli uomini preminenti d’allora nell’ambito dello staff direttivo nutrivano una profonda sfiducia nella classe medica. Il loro atteggiamento è chiaramente rivelato dagli articoli sulla medicina che apparivano periodicamente su The Golden Age, e successivamente su Consolation, oggi Svegliatevi!. Woodworth, Van Amburg ed alcuni di quelli a loro più vicini, sia all’interno che all’esterno della Società, non accettavano la nuova teoria che attribuiva ai microbi la causa di molte malattie.
Essi credevano, come molti altri del loro tempo, che esse fossero il risultato di un’alimentazione errata, di squilibri emotivi, o addirittura del peccato. L’idea che le malattie fossero provocate da invisibili microrganismi era considerata addirittura blasfema, poiché essi credevano che se Satana fosse riuscito a convincere le persone di questa nuova teoria medica, e cioè che le malattie non erano il risultato di un disordinato modo di vivere, ma dei germi, ciò le avrebbe maggiormente indotte a peccare. Questa convinzione li spinse a pesanti attacchi contro Louis Pasteur che fu ripetutamente messo alla berlina sulle colonne delle pubblicazioni del tempo (vedi per esempio The Golden Age del 23 settembre 1936, pag. 814).
L'idea che nelle Scritture si trovino indicazioni che riverberano i loro effetti anche sulla salute fisica dei fedeli e che spetti a Dio fare anche da medico indicando ciò che è consentito e ciò che non lo è in quanto all'assunzione di farmaci, a determinate terapie o a specifici interventi chirurgici, non è una peculiarità esclusiva dei testimoni di Geova. Sono molte altre le sètte cristiane che sono caratterizzate da questa caratteristica, fors'anche in misura più incisiva del geovismo [5]. All'interno di quest'ultimo, però, tre sono stati i principali tabù che hanno più volte reso difficile il curarsi agli aderenti dell'organizzazione, e cioè: la questione delle vaccinazioni, quella dei trapiantie il problema del sangue. Le prime due, fortunatamente, sono ormai desuete.
Infatti il divieto di praticare le vaccinazioni ebbe vigore dal 1931 al 1952 (ventuno anni), mentre quello relativo ai trapianti d'organo ebbe validità dal 1967 al 1980 (tredici anni). Il divieto delle vaccinazioni è strettamente collegato con quello relativo al sangue, anche se lo precede di parecchi anni. La motivazione ufficiale della loro condanna appare per la prima volta nel 1931 in un articolo di The Golden Age del 4 febbraio, intitolato "Il sangue dell'uomo e della bestia". In esso, fra l'altro, era scritto:
"Le Scritture ... proibiscono ogni tentativo vòlto a creare degli ibridi di esseri umani e di altre creature, anche se si dovesse trattare di creature del reame celeste, come nel caso degli angeli che peccarono prima del diluvio, abbandonando la loro posizione e prendendo per se stessi delle mogli fra le figlie del genere umano".
Poi, passando a narrare di una spedizione scientifica in Africa equatoriale che si proponeva di creare degli incroci fra l'uomo e gli orang-utans, l'articolo così proseguiva:
"Questo è una diretta violazione del comando che Geova Dio diede agli Israeliti. Nelle vene degli animali non deve scorrere il sangue di nessun essere umano, né deve scorrere il sangue delle bestie nelle vene di quelli che sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. 'E non devi dare la tua emissione ad alcuna bestia per divenirne impuro, e una donna non dovrebbe stare davanti ad una bestia per avere rapporti sessuali con essa. È una violazione di ciò che è naturale'. - Lev. 18:23 ...
Il sangue dell'uomo è sacro. Non può essere contaminato venendo in contatto con il sangue di un'altra creatura, sia con i metodi descritti in precedenza, che mediante l'insidioso sistema dei sieri, o come cibo ... Se Dio proibì al suo popolo di fare alcun uso del sangue degli animali scannati se non versarlo per terra, quale diritto ha oggi alcuno di dire ai suoi conservi che il sangue di un vitello o di un cavallo, dopo essere stato avvelenato e reso impuro al massimo grado, deve, invece di essere versato per terra, essere iniettato in ciò che di più sacro oggi esiste al mondo, cioè il sangue di bambini vivi? ... Si noti che la proibizione contro il mangiare sangue è perpetua. Essa è valida generazione dopo generazione ... La vaccinazione è una diretta violazione del patto eterno che Dio stipulò con Noè dopo il diluvio ... La cosa più sacra sulla terra agli occhi di Dio è il sangue umano, 'poiché a immagine di Dio egli fece l'uomo'. (Vedi Genesi 9:6.) Dio distrusse l'intera razza umana, eccetto Noè e la sua famiglia, a motivo dell'innaturale contaminazione del sangue umano".
Ma, nel 1952, dopo ventuno anni di questa rigida posizione riguardo alle vaccinazioni che erano considerate una contaminazione contro natura del sangue umano con quello animale, la posizione della Società [Watch Tower] mutò, e nell'edizione italiana della Torre di Guardia del 1° novembre 1953, la nuova posizione fu resa nota con queste parole: "È la vaccinazione una violazione della legge di Dio che vieta di ricevere del sangue nell'organismo? ... Esaminata la cosa, non ci sembra che sia una violazione del patto eterno fatto con Noè ...
Neppure può essere messa nella classe descritta in Levitico 18:23, 24, che vieta il contatto di creature umane con animali". Successivamente, nella Torre di Guardia del 15 giugno 1959 venne fornita un'interessantissima precisazione del perché era stata separata la proibizione delle vaccinazioni da quella delle trasfusioni, abbandonando la prima, pur mantenendo la seconda. In essa era scritto: "Ogni volta che la proibizione di prendere sangue è menzionata nelle Scritture è sempre in relazione a prenderlo come cibo, e quindi è in qualità di alimento che a noi interessa tale proibizione ...
Nella legge di Mosè il sangue era proibito come cibo, e perciò lo troviamo spesso menzionato insieme al grasso e ad altre cose che non si potevano mangiare"[6].
È molto interessante il fatto che l'astensione dal sangue qui viene messa esclusivamente in relazione al suo uso come cibo. Si noti la precisazione: "e quindi è in qualità di alimento che a noi interessa tale proibizione". Dal che se ne deduce che altri usi del sangue possono essere consentiti, purché non abbiano la funzione di alimentare l'organismo [7].
Ma oltre a questo, vi era un altro motivo che spinse la Società Torre di Guardia ad assumere una posizione di netto rifiuto delle trasfusioni di sangue. Tale motivazione è quella che fu espressa nella Torre di Guardia del 15 luglio 1961 (pagg. 446-448) che diceva: "La legge di Dio dice definitamente che l'anima dell'uomo è nel suo sangue. Quindi chi riceve la trasfusione del sangue si alimenta di un'anima data ad un uomo o a uomini, in quanto è contenuta nel veicolo sanguigno". Non è quindi un problema di quantità, perché l'anima o principio vitale non si può quantificare in grammi o decilitri, ma un problema di rispetto del valore o del significato del sangue. Tanto è vero che successivamente la Società Torre di Guardia ha spiegato che l'uso del sangue non è solo proibito come cibo, ma anche in qualsiasi altra accezione [8].
In armonia con questo pensiero è quanto fu a suo tempo detto dalla Torre di Guardia del 1° marzo 1962: "Data l'importanza che si attribuisce all'uso del sangue nel campo medico, sono di continuo raccomandate nuove cure a base di sangue. Ma si tratti di sangue intero o di frazioni di sangue ... la legge divina ha vigore. Dio non ha dato all'uomo il sangue perché ne faccia uso". Pensiero, questo, che fu ben presto ... annacquato da una successiva edizione della rivista, quella del 1° dicembre 1974, pagine 735, 736: "Che dire dunque dell'impiego di un siero contenente solo una minuta frazione di sangue e impiegato allo scopo di fornire una difesa supplementare contro qualche infezione e non impiegato allo scopo di svolgere la funzione normalmente svolta dal sangue che è quella di sostenere la vita? ... alcuni possono pensare che l'accettazione di un tale siero non costituisca un atto di mancanza di rispetto verso la santità della vita e verso Dio come Fonte della vita". E con questo, il divieto contro le vaccinazioni ebbe termine [9].
Se quello delle vaccinazioni ebbe termine, non sembra che nell’imminente futuro vi siano sintomi anticipatori che prevedano lo stesso per le trasfusioni, anche se giungono voci sempre più insistenti secondo le quali, proprio all’interno della sede centrale del geovismo, esista una forte corrente che vorrebbe, anche se gradualmente, abolire questo anacronistico e pernicioso divieto. Il motivo dell’attuale atteggiamento della Torre di Guardia nei confronti del sangue è che essa lo fa derivare direttamente dalle Scritture, la cui autorità e validità sono indiscusse.
Ma anche i testimoni di Geova, pur essendo dei fondamentalisti, riconoscono che non tutte le Scritture possono oggi essere considerate vincolanti per i cristiani, poiché essi stessi insegnano che "il vecchio patto della Legge era scomparso. Era stato annullato, avendolo Dio stesso, per così dire, inchiodato al palo al quale il giorno di Pasqua era stato appeso Gesù Cristo"[10].
Poiché, quindi, i Testimoni accettano il fatto che la Legge di Mosè sia stata "abolita", e ciò in base a scritture come Romani 6:14; Galati 3:13 e Colossesi 2:14, devono basare la proibizione del sangue e di tutti i suoi usi principalmente su parti della Scrittura che appartengano alla legislazione mosaica ed alle sue leggi dietetiche. È ovvio che questo riduce notevolmente il campo della ricerca del sostegno scritturale.
Sebbene, come dice l’opuscolo Salvare la vita col sangue, (Roma, 1990) "la Bibbia ... lo menzioni [il sangue] più di 400 volte" (pag. 3) — per l’esattezza 423 volte —, si riscontra che soltanto Genesi 9:4 e Atti 15:20, 29 sono gli unici due versetti non appartenenti alla Legge mosaica che possono essere usati per sostenere in qualche maniera la condanna dell’uso del sangue, anche se, come vedremo, essi chiaramente non facciano alcun riferimento ad esso come nutrimento, ma a qualcos’altro. Poiché, come abbiamo visto, la Torre di Guardia è d’accordo sul fatto che la legge mosaica non si applica più ai cristiani, inizieremo la nostra considerazione esaminando proprio i due versetti che non appartengono ad essa. Vi è, però da dire che, sebbene questa sia la posizione ufficiale dell’organizzazione, non può porsi assolutamente in dubbio il fatto che tutti i loro atteggiamenti e divieti è proprio da tale legge che traggono la loro ragion d’essere [11].
Se la proibizione sull’uso del sangue può facilmente essere sostenuta facendo riferimento alla legge di Mosè — e non è ad essa che i testimoni di Geova fanno riferimento — la loro posizione sul sangue è profondamente diversa da quella della legge ebraica. Per esempio, il noto biblista Joachim Jeremias, nel suo libro Gerusalemme al tempo di Gesù(Roma, 1989), spiega che nel primo secolo "Gli ortolani comperavano il sangue dai tesorieri del Tempio e l’utilizzavano come fertilizzante; chi se ne serviva senza pagarlo rubava al Tempio. Yoma V, 6.
Si trattava di una grande quantità di sangue, soprattutto durante le feste; b. Pes. 65b ne dà testimonianza quando dice: "I figli di Aronne erano fieri di sguazzare fino alle caviglie nel sangue (delle vittime)" (pag. 79)". Posizione, questa, che pone gli attuali difensori della norma ebraica sull’uso del sangue, i Testimoni, in totale contrapposizione con gli ortodossi custodi del tempio di Gerusalemme ai quali ci sia consentito di prestare maggior credito in merito al rispetto delle norme della legge di Mosè (Vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 1964, pag. 639).
Siamo poi costretti a dire che, anche se è vero che due soli versetti in tutto il corpo delle Scritture parlano di divieto dell’uso del sangue, non è proprio possibile inferire dalla loro lettura tutto ciò che i testimoni di Geova ne hanno dedotto. È invece vero che tutte le norme e regole che attualmente costituiscono la legislazione geovista sul sangue, traggono la loro origine interamente dalla legislazione mosaica che, senza dubbio alcuno, è stata abolita e non è più vigente anche per i seguaci di Russell e di Rutherford. È allora ai due versetti cruciali che rivolgeremo adesso la nostra attenzione.
Note:
[1) Questo è il punto esatto dove si arresta la citazione che di questo numero della Torre di Guardia di Sion del 15 aprile 1909 fa La Torre di Guardia del 1° giugno 1968, a pagina 334. Il perché della citazione parziale è subito
chiaro se si prosegue nella lettura, come noi facciamo, dell'intero paragrafo.
[2] Salvare la vita col sangue: In che modo? Roma 1990, pagina 6.
[3] La Torre di Guardia del 1° febbraio 1973, pagina 86.
[4]I Testimoni di Geova: Proclamatori del Regno di Dio Roma 1993, pagine 183, 184. Vedi anche La Torre di Guardia del 15 luglio 1959, pagina 447; 15 luglio 1961, pagine 4446, 447.
[5]Vedi, per esempio, la Scienza Cristiana. Al riguardo, però, per la prima volta negli Stati Uniti una sentenza esemplare sembra abbia inaugurato un nuovo modo di affrontare il problema da parte della magistratura, riconoscendo la colpevolezza non solo dei diretti interessati coinvolti nella morte di un bambino non curato, ma anche dell’organizzazione religiosa nel suo insieme.
[6]È significativo questo riferimento al "grasso", in quanto nella legge mosaica era incluso fra gli alimenti assolutamente proibiti, come il sangue. Tanto è vero che nel 1974 sulla Torre di Guardia del 15 novembre, apparve una "Domanda dai lettori" che chiedeva: "Perché la legge mosaica proibiva di mangiare grasso?" La risposta chiariva che sia il sangue che il grasso erano vettori di un simbolismo di facile comprensione: il primo "rappresenta la vita", il secondo "serviva evidentemente a imprimere negli Israeliti che le "prime parti o le parti migliori appartengono a Geova" ... vi sono indicazioni secondo cui questa proibizione di non mangiare grasso si applicava al grasso di tutti gli animali ...
E il sangue di tutti gli animali era proibito come cibo". Come mai, allora i Testimoni non osservano più il divieto sul grasso mentre mantengono quello sul sangue? La rivista proseguiva con questa spiegazione: "a Differenza della proibizione relativa al sangue, che è in vigore per l'intera razza umana dal giorno del diluvio di Noè, oggi i cristiani non sono sotto le restrizioni della legge mosaica inerenti ai cibi (Gen. 9:4)".
Questa argomentazione, però, solleva un problema. Se i Testimoni non sono tenuti ad osservare le restrizioni della legge mosaica, perché, per esempio, rifiutano la tecnica della conservazione del proprio sangue per la successiva reinfusione, dato che la disposizione noachica non ne fa alcun menzione, né ne parlano gli Atti, ma solo il libro del Levitico, che dice di versare il sangue per terra e che, come ben si sa, appartiene al codice ormai abolito? (Rom. 2:27, 29).
Sullo stesso argomento La Torre di Guardia ritorna con la sua edizione del 15 aprile 1982, proprio perché, evidentemente, si era resa conto della inconsistenza della sua posizione. In essa si argomenta che esiste una differenza fondamentale fra l'uso del sangue e quello del grasso. Mentre del primo è non è consentito alcun uso, del secondo è detto che "il grasso ‘poteva usarsi per qualsiasi altra cosa concepibile, ma che non lo dovevano mangiare affatto’".
Per cui la rivista ne traeva la conclusione che "sebbene non potessero mangiare né il sangue né il grasso, Geova diceva che potevano utilizzare il grasso in modi diversi dal sacrificio. Ma Dio non disse una cosa simile riguardo al sangue". (corsivo nel testo) Se le cose stanno così, allora l'organizzazione dovrebbe spiegare perché consente che il sangue umano venga usato, per esempio, per eseguirvi delle analisi cliniche, per estrarvi il Fattore VIII antiemofiliaco del quale l'uso è consentito, perché possa venire sottoposto a trattamenti di depurazione e di filtraggio e per molti altri usi? -- La Torre di Guardia 1° novembre 1978, pag. 31; Svegliatevi! 8 giugno 1985, pagine 18-22.
[7] Un simile punto di vista, naturalmente, non ha alcuna base medica. Che si ricorra alla somministrazione endovenosa di sostanze nutrienti per alimentare l'organismo è certamente vero, ma si tratta di sostanze, come le soluzioni glucosate, che hanno proprio quella funzione specifica. Ciò non è assolutamente possibile con il sangue, la cui funzione è tutt'altra. I testimoni di Geova, invece, insistono che la funzione delle trasfusioni sia quella di "nutrire" o "alimentare" l'organismo, ma non avendo alcuna autorità medica da citare a sostegno della loro tesi stravagante e antiscientifica, sono costretti a citare medici dei secoli scorsi che, ovviamente, non avevano le idee chiare sulla reale funzione del sangue.
La Torre di Guardia del 1° marzo 1962, per esempio, cita un medico del XVII secolo, il dott. Denys, francese e "uno dei primi ricercatori nel campo delle trasfusioni ... "facendo la trasfusione non si fa altro che nutrire seguendo una via più breve dell'ordinaria, vale a dire versando nelle vene il sangue completamente formato anziché prendere ciò che si trasforma in sangue solo dopo parecchi cambiamenti"". Svegliatevi! dell'8 settembre 1986, invece, cita uno "studioso del XVII secolo", secondo il quale "Prendere sangue per bocca o attraverso una vena serve al medesimo scopo, quello di alimentare o risanare con questo sangue il corpo malato".
Vedi anche La Torre di Guardia del 15 aprile 1985, pagina 13, Sangue, medicina e la legge di Dio (1969), pagine 14 e 15. La scienza moderna ha invece dimostrato con chiarezza che la trasfusione di sangue non equivale alla nutrizione per via endovenosa. In effetti, come ha anche riconosciuto la stessa Società Torre di Guardia, la trasfusione è, piuttosto, un trapianto di un organo allo stato liquido (Vedi: I testimoni di Geova e il problema del sangue, pagina 41; Svegliatevi! del 22 ottobre 1990, pagina 9). Il caso del trapianto di rene, per esempio, è abbastanza significativo. Un rene trapiantato, rimane un rene, non si trasforma in nient'altro, esso continua a svolgere la sua funzione che è quella di ripulire il sangue.
Allo stesso modo il "trapianto" di sangue, lascia al sangue la sua funzione peculiare che non è quella di nutrire, ma quella di portare ossigeno, e le tante altre funzioni che ad esso sono preposte. Il paragone che fa la società tra la trasfusione di sangue e l'infusione di alcol nelle vene non regge in quanto si tratta di due liquidi con caratteristiche completamente differenti. La composizione chimica dell'alcol lo rende direttamente assorbibile dalle cellule del corpo come sostanza nutriente, mentre ciò non può accadere assolutamente con il sangue. Altra ingiustificabile incoerenza in quanto stabilito dalla Torre di Guardia summenzionata, è che mentre essa stabilisce che la proibizione riguarda solo la funzione che svolge il sangue come "alimento", la successiva Torre di Guardia del 1° settembre 1963 (pagina 540), testualmente dice che "questo principio [l'astensione dal sangue] non si applica solo al sangue intero, ma a qualsiasi cosa tratta dal sangue e usata per sostenere la vita e rafforzare la persona". Quindi non solo alimentare, ma anche rafforzare.
Evidentemente dimentico di questo ulteriore giro di vite, il Corpo Direttivo, molti anni dopo entra in contraddizione con se stesso, e sulla Torre di Guardia del 1° giugno 1990, in una domanda dai lettori relativa all'accettare frazioni di sangue come le immunoglobuline, spiega che "Altri hanno ritenuto che il caso di un siero contenente un'antitossina, come l'immunoglobulina, il quale dunque contiene solo una minuscola frazione del plasma di un donatore ed è usato per rafforzare il loro meccanismo di difesa contro le malattie, è diverso da quello di una trasfusione di sangue fatta per mantenersi in vita. Pertanto la loro coscienza può permettere loro di assumere immunoglobuline o frazioni simili". Si può o non si può accettare una frazione di sangue solo per rafforzare la persona? Nel 1963 la risposta è no, nel 1990 la risposta è sì. Qual è quella giusta?
[8] La Torre di Guardia del 1° novembre 1964 spiegava che anche usi diversi dal suo impiego nell'alimentazione sarebbero stati una violazione della legge di Dio: "Ma ora, che dire del concime che contiene sangue? Colui che vuole mostrare rispetto per la legge di Dio sul sangue non lo userà. È vero che secondo la legge mosaica il sangue preso da un corpo doveva essere versato in terra e coperto di polvere. (Lev. 17:13, 14) L'obiettivo, tuttavia, era che il sangue così usato non servisse a nessuno scopo utile (questa è un'idea della Società, non della Bibbia). Non era messo per terra con l'idea che servisse da concime". Si noti, quindi, che quì il Corpo Direttivo aggiunge di sua iniziativa un altro divieto all'uso del sangue: non si può usare come cibo, non si può usare per nessuno scopo utile. Vedi anche La Torre di Guardia del 1° maggio 1965, pagine 283, 284).
[9] A questo punto della storia non posso non ricordare un episodio che si svolse nel lontano 1971 all'assemblea di circoscrizione di Caltanissetta, in Sicilia. Uno dei "fratelli" che lavorava alla preparazione dei pasti si ferì seriamente con un coltello. Immediatamente fu chiamato il sorvegliante di distretto, Giuseppe Cialini, affinché suggerisse il da farsi. Il problema era che lo strumento con il quale il Testimone si era ferito era sporco e vi era il fondato timore che potesse sopravvenire un'infezione tetanica. Poiché nel 1971 non era stato ancora tolto il divieto all'utilizzazione dei sieri, ricordo ancora vividamente con quale trepidazione tutti noi attendevamo che "il rappresentante della Società" ci dicesse cosa fare, comprendendo che dalla sua decisione poteva dipendere la vita di quell'uomo.
Quando Cialini, che probabilmente si rese conto della gravità della situazione, disse solennemente che benché disapprovata da Dio, la questione doveva essere decisa in base alla coscienza, nessuno di noi ebbe un'esitazione: accompagnammo immediatamente il "fratello" all'ospedale per fargli praticare un'antitetanica, con sollievo di tutti. Una cosa era evidente: la coscienza dei presenti a quell'assemblea aveva un'orientamento univoco, in quanto nessuno levò la sua voce per disapprovare la scelta fatta.
[10]L’eterno proposito di Dio ora trionfa per il bene dell’uomo, Wiesbaden 1975, pag. 158.
[11] Nella Newsletter di Gennaio 1995, Peter Barnes fa un acuto ragionamento in merito alla proibizione assoluta della trasfusione autologa che vige tra i testimoni di Geova. Egli infatti osserva che: "Se i testimoni di Geova non sono sotto la legge di Mosè, perché la loro Torre di Guardia del 1° marzo 1989 che tratta l’argomento dall’autotrasfusione fa riferimento alla norma contenuta nel Vecchio Testamento che imponeva di versare il sangue per terra come base per il oro divieto alla conservazione del loro stesso sangue quando esso è necessario in vita di un intervento chirurgico? Si noti che l’articolo del 1° marzo 1989 dice che: "I testimoni di Geova NON accettano questa metodica.
Da molto tempo abbiamo compreso che tale sangue conservato di certo non fa più parte della persona. È stato asportato completamente da essa, per cui va eliminato in armonia con la legge di Dio: ‘Devi versarlo sul suolo come acqua’. — Deut. 12:24". È ovvio che questo ragionamento non sta in piedi. Infatti in nessuna parte del libro di Genesi (che tratta della storia umana prima della stipula del patto della Legge) troviamo un comando che imponga di "versare il sangue degli animali sul suolo". Né un comando del genere si trova nel Nuovo Testamento. Lo ritroviamo, invece, nella legge di Mosè.
Tuttavia i testimoni di Geova, che ripetutamente asseriscono di non essere vincolati a tale legge, è proprio ad essa che fanno riferimento nel negare ai loro membri la possibilità di utilizzare il loro stesso sangue in circostanze di estrema importanza.